Il Carnevale a Bologna affonda le radici nel 1953, quando il cardinale Giacomo Lercaro istituì il Carnevale dei bambini: la manifestazione doveva tenersi il martedì grasso e la domenica precedente al martedì grasso.
La maschera più celebre dell’Emilia-Romagna è quella bolognese del dottor Balanzone: un professore saccente e presuntuoso.
Appartiene alla schiera dei “vecchi” della commedia dell’arte, talvolta è chiamato dottor Graziano o semplicemente il Dottore.
Nativo dell’Emilia, dove ha ha studiato, è il classico personaggio “serio”, saccente e presuntuoso che spesso intavola discussioni arricchendole di ridondanti citazioni pseudo-latineggianti.
Uomo prestante, gesticola molto e in maniera pacchiana e ampollosa.
Indossa una maschera che ricopre parte del viso, veste sempre di nero ed ha una grossa pancia; indossa l’abito dei professori dell’Università di Bologna, la cosiddetta toga, nera, con il colletto e i polsini bianchi, gran cappello, giubba e mantello.
È sempre pronto a trovare ogni scusa per iniziare uno dei suoi infiniti sproloqui “dotti” ma senza senso.
Sempre pronto a vantarsi dei suoi titoli, dice di conoscere ogni campo della scienza umana: legge, medicina, astrologia, filosofia.
Gode di molta stima tra le altre maschere e se gli viene chiesto aiuto – ad esempio su un parere medico – non si tira indietro, piuttosto comincia a sproloquiare senza senso e senza porre effettivo rimedio.