Le opere di Robert Doisneau sono esposte a Palazzo Pallavicini da venerdì 6 marzo a domenica 21 giugno 2020.
143 scatti che raccontano la bellezza del quotidiano, dove le piccole cose sono le protagoniste dell’eposizione.
Sono previsti ingressi contingentati che non ospiterà più di 120 persone, distribuite nei 900 mq delle sale di via San Felice a Bologna.
La mostra prevede sette sezioni – Una storia di vita; Più di una biografia; La coniugazione del verbo fotografare; Emozione, invenzione e disobbedienza; Un uomo gentile pieno di umorismo; Un universo più accettabile; Re-incantare il reale – distribuite nelle varie sale, in cui è previsto che i visitatori tengano la distanza di un metro l’uno dagli altri.
Robert Doisneau nasce a Parigi nel 1912; rimane orfano prima ancora di aver compiuto dieci anni e viene allevato da una zia.
Il suo primo contatto con l’arte arriva quando tredicenne si iscrive a una scuola artigianale, dove si diploma in incisione e litografia. Ancora adolescente inizia a dedicarsi alla fotografia amatoriale e inizia ben presto a lavorare nel settore pubblicitario, dove però il suo spirito indipendente e anticonformista non si adatterà mai.
Nel 1939 viaggia per l’Europa alla ricerca di storie da illustrare; è in questo momento che realizza le prime fotografie di strada professionali. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale, viene arruolato nell’esercito francese come soldato e fotografo; rimane nell’esercito fino al 1940 e da allora fino alla fine del conflitto usa le sue abilità artistiche per falsificare passaporti e documenti per la Resistenza francese.
Dopo la guerra ricomincia a lavorare come freelance, vendendo i suoi scatti a riviste prestigiose come Life. Per un breve periodo fa anche il fotografo di moda per Vogue, ma si ritira alla svelta da questo ambiente per tornare alla strada, la sua vera passione.
Il suo lavoro raggiunge la maturità espressiva nel 1950 e il decennio successivo è il suo periodo più intenso e prolifico. Collabora con scrittori e poeti come Blaise Cendrars – che paragonerà il suo lavoro a quello di un circense – e Jacques Prévert; è con quest’ultimo che condivide la passione per la vita di strada.
Muore a Parigi all’età di 81 anni, il 1° aprile 1994.
Informazioni su orario e prezzi sul sito ufficiale.